LA VERITÁ SUL CASO HARRY QUEBERT di Joël Dicker

Lo scorso anno mi ha portato per cause di forza maggiore ad allontanarmi un po’ dalla lettura e dalla scrittura (se non per motivi lavorativi, ovvio). Mi è stato gentilmente prestato questo romanzo del quale mi accingo a farvi una recensione, dato che è passato molto tempo da quando l’ho letto e i miei spunti di riflessione sono stati vari e ampi. Mi è stato prestato proprio nel momento in cui non avevo molto entusiasmo nell’intraprendere una nuova lettura, difatti mi sono anche fatta spaventare dal volume del libro, cosa che non avevo mai fatto in passato. Tuttavia, mi sono convinta e ho iniziato a leggere questo romanzo così tanto chiacchierato. Avrei già dovuto leggerlo tempo fa, quando uscì, ma io sono una che va molto controcorrente. Non mi piace fare qualcosa quando la fanno tutti quanti. Perciò sono in ritardo.

I miei sentimenti in merito al pensiero che ruota intorno a questo libro sono molteplici e di sicuro anche contrastanti. Mi spiego meglio.

harry quebert
Mistero. Una parola meravigliosa che aleggia dietro a tutte le pagine che raccontano i fatti; ho apprezzato davvero il modo in cui l’autore riesce a trascinare all’interno del racconto regalando tante emozioni e colpi di scena, ma allo stesso tempo il lettore si fa delle aspettative, così nella stessa maniera in cui prova qualcosa mentre le parole scorrono una dietro l’altra nei suoi occhi.
Ho apprezzato anche la tipologia di linguaggio scelta: è accessibile a tutti ed è chiara e lineare; i dialoghi non sono granché, ma l’intreccio della storia riesce comunque a catturare l’attenzione e a sopperire a volte la mancanza di trama, che a parer mio è stata poco sviluppata.
Da un libro lungo 400 pagine uno si aspetta molto molto di più!

Tutto sommato però è una lettura piacevole, che ha la fortuna di aver un intreccio costruito benissimo e che tiene incollato il lettore a quelle pagine facendolo credere coinvolgente. Io stessa l’ho letto in pochissimi giorni e ogni volta che lo posavo, dovevo riprenderlo per capire come andava a finire la faccenda. Ma a parte questa grandissima qualità, lo consiglio a chi ha bisogno di una lettura leggera in vacanza.
Un libro dove tutti parlavano di un gran finale, che a me personalmente ha deluso tantissimo.
Tra tante, questa è una di quelle opere che divide nettamente in due il pubblico: c’è a chi piace tantissimo e l’ha trovato un capolavoro, c’è a chi non piace e lo considera mediocre.

Certamente, rispetto a tanti altri libri che la letteratura contemporanea ci propina, non si può assolutamente dire che Dicker non sappia scrivere o che è un libro orrendo degno di finire sulla lista nera, questo no, ma ho letto sicuramente di meglio. Come sicuramente di peggio.
Senza infamia e senza lode.
Lo consiglierei?
Si, a persone che dai libri non si aspettano niente.
No, a chi si fa tante aspettative come me.

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